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Grazie al mio indirizzo scolastico, il turistico, e all’Unione Europea, a ottobre sono partita con altri ragazzi della mia scuola per Fuerteventura

All’inizio non sapevo cosa aspettarmi, anche perché le informazioni che mi erano state date prima di partire non erano molte, sapevo solo di dover portare vestiti eleganti e un computer. 

Appena arrivata sull’isola, nonostante la stanchezza per il volo, sono rimasta molto colpita dall’ambiente molto diverso dall’insieme di palazzi e strade a cui sono abituata a Monza.

arrivo a Fuerteventura

La mia esperienza al Coworking

Dopo un paio di giorni per abituarci al paese, cosa che sinceramente non sono ancora riuscita a fare a pochi giorni dal ritorno in Italia, siamo andati insieme alla responsabile di Fuerteventura del Progetto Erasmus Plus, Laura, ognuno nel proprio posto di lavoro

Mi era già stato dato un link su cui poter curiosare il mio, ma non mi aspettavo per niente l’alternanza scuola-lavoro che alla fine ho svolto

Dopo due anni chiusa in casa per il covid, non pensavo sicuramente che sarei finita alle Canarie a fare le mie ore di alternanza scuola-lavoro e pensavo, soprattutto dopo aver visto il posto in cui avrei lavorato, che sarei finita al front office a vendere cose, oppure a sistemare gli oggetti sugli scaffali, insomma i classici lavori da stagista, e invece sono rimasta molto sorpresa quando mi è stato detto che avrei scritto articoli per siti web

articolo 1

Non sono un genio del computer e all’inizio pensavo non sarei stata capace di scrivere qualcosa oltre le solite ricerche di scuola, copiate spudoratamente da wikipedia, e invece penso di esserci riuscita

Ho imparato tante cose, dal capire quali immagini posso prendere da google, a come scrivere un articolo in modo che chi legge non si annoi dopo due righe, a cosa una persona cerca online, come tradurre in diverse lingue un articolo pubblicato o ancora a fare il mio vero e proprio sito web. 

Sempre all’inizio dell’esperienza avevo dei dubbi su quanto effettivamente turistico sarebbe stato il lavoro, ma anche qui ho finito per ricredermi: ho scritto articoli su spiagge e tradizioni dell’isola che stando in reception in un hotel non avrei mai scoperto. 

Io al Coworking

Un altro grande pensiero che mi girava per la testa era quello di come mi sarei trovata con il capo o i colleghi, ma fortunatamente, sono sempre stati disponibili per qualsiasi cosa e mi hanno aiutato molto. 

L’atmosfera dell’ambiente lavorativo è stata una cosa che mi è piaciuta moltissimo, lavorando qui ho scoperto un lavoro a parer mio stupendo, quello del nomade digitale: la mattina appena entravo e mi sedevo al mio posto vedevo numerosissime persone a lavorare, a volte le solite e a volte diverse dal giorno prima e questa cosa all’inizio mi sembrava molto strana, ma già dopo un paio di giorni, mi sono resa conto che ognuno era lì per fare il suo e non disturbava affatto un’altra persona presente al Coworking. 

articolo 2

Come ho vissuto l’isola

L’isola in sé anche mi è piaciuta molto, anche se ripeto, non mi ci sono ancora abituata. 

Il mare e le spiagge sono stupende, le persone sono molto più rilassate e l’atmosfera in sé, anche al lavoro, rimanda quasi a un pomeriggio estivo, in cui la mattina studi e poi sei in vacanza

Anche sull’isola avevo dei timori, venendo comunque da una città, avevo paura di non trovare nulla con cui potermi divertire, come ad esempio discoteche, pub o gente estroversa e invece mi sono totalmente ricreduta

el cotillo

Durante i weekend o i pomeriggi dopo il lavoro, siamo anche riusciti a visitare moltissimi posti famosi sull’isola, come la capitale, Puerto del Rosario, il Cotillo, la PopCorn Beach, le Dune di Corralejo e l’isola di Lobos ed è inutile dire che ne sono rimasta affascinata, a Monza con 15 minuti di autobus non arrivo di sicuro a vedere e passare un intero pomeriggio su delle dune di sabbia bianchissima! 

Abbiamo fatto anche diverse camminate, fin troppe a parer mio, sia per arrivare a Calderon Hondo, sia sull’Isola di Lobos

Insomma nell’insieme non posso lamentarmi di aver lavorato troppo, ma neanche di essere venuta qui per farmi la vacanza e sono molto felice di aver fatto un’esperienza del genere e nel modo in cui l’ho svolta. 

Calderon Hondo

Cosa mi porto a casa da quest’esperienza?

Ho imparato tantissime cose e non solo al lavoro.

A casa davo tanto per scontato moltissime cose che invece qui sono risultate un impegno non poco importante, come ad esempio fare la spesa e cucinare. 

È stata sicuramente un’occasione che mi ha fatto crescere tanto, sia nel lavoro per le competenze che penso di aver acquisito, sia come persona in generale, perché ho dovuto appunto vivere per un mese senza mamma e papà, dovendo gestire ogni evenienza

L’idea di tornare in Italia tra quattro giorni non mi piace per niente, ma sono sicura che mi porterò dentro quest’esperienza tutta la vita, sia dalla parte lavorativa, che da quella umana. 

Marina Rigamonti

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